Il 60 % delle produzioni dell’Ast viaggia in ferrovia. Un obiettivo raggiunto che pone l’azienda di Terni tra le prime assolute in Europa.
La soddisfazione del management, guidato da Massimiliano Burelli, è palpabile. “Abbiamo iniziato a crederci quattro anni fa – fa sapere l’Ast – quando l’Azienda si fermava al 20% di merci trasportate su rotaia e quando ancora oltre 250 camion al giorno attraversavano Terni con il conseguente impatto sull’ambiente.
Da qui è partita la sfida: utilizzare il treno per cambiare il paradigma”. Ast si è impegnata a testa bassa e i risultarti sono sotto gli occhi di tutti. “Oggi siamo arrivati al 60%, abbiamo quattro partner ferroviari, il prezioso supporto di Rfi ed il sogno di un sistema integrato tra Ast, stazione di Terni, piastra logistica di Narni, che ci porti dritti all’obiettivo “treno 100%”. Perché ci crediamo così tanto? L’anidride carbonica generata dal trasporto via treno è 1/5 di quella prodotta dal camion. Per noi questi numeri bastano”.
Ad oggi la media nazionale è del 5 % e l’obiettivo dell’Italia è arrivare al 30% nel 2030. Sempre su rotaia Ast ha realizzato alcuni viaggi record di maxi cilindri per laminatoi partiti da viale Brin e diretti verso varie destinazione del mondo. Si tratta di pezzi che arrivano fino a 230 tonnellate, i più pesanti mai prodotti e mai trasportati su rete ferroviaria.
Sempre per quanto riguarda la svolta ecologica, per l’amministratore delegato Burelli “procede il progetto di recupero e trasformazione delle scorie di lavorazione affidato alla società finlandese Tapojarvi Oy, che rende l’Ast esempio virtuoso all’interno del modello della green economy”.
Parte da una collaborazione tra Comune di Terni, Ast e Busitalia, inoltre, un’importante sperimentazione energetica sull’idrogeno: la fabbrica metterà a disposizione in forma gratuita quantitativi di idrogeno, frutto di un’attività di efficientamento dei processi produttivi, per alimentare nuovi autobus ad idrogeno che rinnoveranno i mezzi di trasporto della città.
Lo stabilimento siderurgico di viale Brin è uno dei pochi siti industriali nazionali, in cui l’idrogeno è prodotto in grandi volumi e questo progetto potrebbe essere il primo step per rendere Terni hub italiano dell’idrogeno, punto di riferimento per il centro Italia.